Dossier Albania - Barile

 Barile sorge nel nord della Basilicata, su due colline del Vulture-Melfese ed è un borgo molto interessante sia per la storia e le tradizioni che per le attività che lo collegano a rilevanti aspetti economici della modernità, come la produzione enogastronomica.

Barile condivide con gli altri comuni lucani del Vulture, Ginestra e Maschito, radici culturali che caratterizzano la lingua, costumi, tradizioni e culti religiosi. E proprio a Barile, da oltre quattrocento anni, ha luogo la più antica sacra rappresentazione della Basilicata che nel giorno del Venerdì Santo rievoca la Passione di Cristo.

Dal 1600 si ripete un rituale complesso che inizia nel giorno di San Giuseppe (19 marzo) e prosegue con vari appuntamenti fino alla Settimana Santa quando ha luogo la sacra rappresentazione della Passione che vede protagonisti non solo i 200 personaggi ma anche gli spettatori. Che assistono alla drammatica rievocazione in un silenzio assoluto e dolente malgrado (o forse proprio per…) la presenza irridente della zingara che ostenta i 10 chili di gioielli d’oro prestati dagli abitanti.

 

Altra antica tradizione che non si ritrova in altre comunità arbëreshë è il Battesimo delle Bambole (Puplet e Shenjanjet), una cerimonia laica che si ripete il 24 giugno nel giorno della festa di San Giovanni Battista. Al rito partecipano giovani ragazze in costume arbëreshë, per le quali questa cerimonia è una sorta d’ingresso nell’età adulta.La bambola costruita a mano con materiali della tradizione, viene nominata e battezzata con alcuni gesti simbolici dopo che è stata scelta una “madrina” (di solito la migliore amica della bimba-madre).

Vi sono tracce della cultura arbëreshë anche nell’architettura di alcuni palazzi, negli interni di alcune chiese e nella Fontana dello Steccato, un monumento di interesse storico-artistico realizzato su commissione di un nobile albanese (1713) con uno stemma su cui è scolpita l’immagine della Madonna di Costantinopoli, Patrona di Barile.

Di grande interesse sia strutturale che paesaggistico è anche il complesso delle cantine nello “Sheshë, “piazza”, un luogo suggestivo reso celebre da Pierpaolo Pasolini che vi ha girato scene del suo film il Vangelo secondo Matteo.

Nel caratteristico massiccio collinare sono incastonate numerose grotte scavate nel tufo lavico, prima, rifugio per gli immigrati albanesi che raggiunsero Barile e altri borghi del Vulture, poi come fresche cantine dai portoni colorati che rappresentano un luogo ideale per la maturazione e conservazione del vino.

Le Cantine di Barile, insieme a quelle di Rionero in Vulture (che dista meno di 4 km), di Melfi e Venosa costituiscono il polo per la produzione dell’Aglianico, industria vinicola di crescente rilevanza che ha attratto anche i capitali di operatori del settore con canali di distribuzione in tutto il mondo.

Insieme all’olio, il vino è celebrato con eventi enogastronomici, tra i quali: “CantinandoWine&Art”, in cui l’arte, sotto forma di musica, pittura, cinema e scultura, incontra il sapore e la tipicità dei prodotti enogastronomici di Barile e del Vulture.
Tra le ricette della tradizione arbëreshë, davvero particolare è il “Tumact me Tulez” a base di tagliatelle caserecce servite con mollica di pane croccante e sugo alle noci, piatto forte protagonista di una specifica manifestazione enogastronomica, animata dallo chef Daniele Bracuto, Presidente della Pro Loco.
Nel 2019 alla Sagra “Festival dell’Aglianico e Tumact me Tulez” è stato conferito presso il Senato della Repubblica Italiana il marchio “Sagra di Qualità” dall’UNPLI Nazionale Unione Pro Loco d’Italia.

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